“Il cane abbaiava spesso e gli ho dato i gusci delle noci. Volevo farlo smettere” Assurde le motivazioni dell’uomo che ha tolto la vita al cane del vicino con le noci

Quello che stiamo per raccontarvi sembra un pezzo di film dell’orrore ma non è così. È la dura realtà, purtroppo, e a farne le spese è stato un povero cane di nome Arturo, un meticcio di grossa taglia che ha avuto la sfortuna di vivere accanto alla persona sbagliata, un uomo senza cuore e senza principi morali.

La storia comincia nel 2010, circa sei anni fa. Arturo era il cane di un uomo che abitava al piano terra di una palazzina di tre piani a La Loggia. Arturo usciva spesso nel giardinetto di pertinenza dell’abitazione del suo proprietario e, come tutti i cani, a volte abbaiava.

Torino, uccide lentamente il cane del vicino con le noci: condannato a un anno

Ma nella stessa palazzina, al terzo piano, abitava anche Mario Macrì, un uomo di 52 anni, che infastidito dall’abbaiato del cane, ha ben pensato di causargli la morte. Per farlo ha trovato un metodo atroce: i gusci delle noci. Ogni volta che lo sentiva abbaiare gli buttava una manciata di gusci di noci. Arturo, inconsapevole del pericolo, li mangiava e questi gli laceravano gli organi interni.

All’inizio il proprietario non capiva perché il cane stava male. Poi, un giorno che Arturo non aveva sgranocchiato ancora i gusci delle noci, il suo proprietario ha cominciato ad avere dei sospetti, anche perché, nelle vicinanze, non c’erano alberi di noci. Ha messo delle telecamere e ha visto che il suo vicino gettava questi gusci nel suo giardino. Quando l’ha scoperto, però, per il cane era già troppo tardi. Sono state inutili le cure (che hanno costato al proprietario più di 5000 euro). Arturo si è spento nello stesso anno.

Avvocato Della Difesa, Avvocato Di Difesa

Durante il processo, Alessandro Pantosti Bruni, l’avvocato del suo proprietario, ha dimostrato con video e fotografie la colpevolezza di Mario Macrì e, finalmente, quest’anno, è arrivata la sentenza. L’imputato è stato condannato dal giudice Giancarlo Capecchi a un anno di reclusione con la condizionale. La procura aveva chiesto per lui 8000 euro di multa ma il giudice ha deciso di andare più pesante e infliggere una condanna maggiore, privandolo della sua libertà.

Se l’uomo non risarcirà il proprietario del cane con la somma di 3000 euro, dovrà passare un anno in carcere. A noi ci sembra comunque troppo poco per quello che ha fatto. Voi cosa ne pensate?

Fonte: torino.repubblica.it

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