Hanno tolto la vita ad Angelo. Adesso per i 4 ragazzi che si sono macchiati di questo delitto efferato si apriranno le porte dell’ospedale psichiatrico

Ne hanno parlato i giornali, i vari programmi televisivi, i blog. Per lui si sono mobilitate associazioni, cariche dello stato, politici e persone famose. Tutti lo conoscono, adesso che non c’è più, anche se quando era vivo sembrava essere invisibile.

Stiamo parlando di Angelo il cane randagio di Sangineto che ha perso la vita per colpa di 4 ragazzi… lui che non dava mai nessun fastidio, lui che sapeva solo amare, lui che non ha mai smesso di scodinzolare nemmeno mentre veniva colpito.

Ma, per chi non sa come è andata la storia, ve la raccontiamo in breve senza entrare troppo nei particolari. Angelo era un randagio che viveva a Sangineto (provincia di Salerno). Un giorno 4 ragazzi del posto l’hanno preso, colpito selvaggiamente con un bastone e lasciato morire appeso a un albero. La loro motivazione? Angelo avrebbe attaccato le loro capre!!!

La storia sarebbe finita lì se i 4 ragazzi non pensavano di registrare tutto con un telefonino. Postando il video su Facebook si è scatenata un’ondata di indignazione e disgusto. I 4 sono stati subito individuati e messi sotto accusa per aver maltrattato un animale indifeso.

Ma Angelo è riuscito a fare molto di più. È stata creata una pagina Facebook, L’urlo di Angelo, dedicata a lui, una pagina che si è attivata per promuovere le iniziative organizzate in tutta l’Italia. Angelo è diventato un simbolo. Il simbolo di tutti quei cani che non hanno una voce, che perdono la vita in silenzio, per mano di persone come questi 4 individui.

Lui adesso non c’è più ma noi abbiamo l’obbligo morale di parlare per lui e fare in modo che la sua storia non venga dimenticata. Fa rabbia sapere quello che quest’anima innocente ha dovuto subire ma fa ancora più rabbia sapere che, probabilmente, non pagheranno mai in modo esemplare.

Il loro avvocato ha dichiarato che non si sono resi conto di quello che stavano facendo. Che le cose sono degenerate in un attimo. Noi pensiamo che gli unici degenerati sono i 4 ragazzi e che dovrebbero pagare per quello che hanno fatto.

Ma sembra che nemmeno questo succederà perché per loro si aprono le porte dell’ospedale psichiatrico. Ma loro resterebbero comunque liberi. Dovrebbero iniziare un percorso di rieducazione a Subiaco, provincia di Roma, dove c’è un padiglione dell’ospedale Angelucci diventato ospedale psichiatrico giudiziario.

Una sentenza ridicola e che fa pensare che chi delinque in questo paese riesce sempre a passarla liscia. Ecco perché noi, insieme alle varie associazioni animaliste e a tutte le persone che, come noi, pensano che bisogna punire i 4 delinquenti in modo esemplare vogliamo urlare la nostra rabbia!

Facciamo tutti un #URLO PER ANGELO!

 

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