Tiene in ostaggio il gatto della della vicina da sette anni. Il giudice a sorpresa…

Da rimanere senza parole. Un gatto considerato come una cosa di scarso valore? Questo forse il motivo della particolare e inattesa sentenza del giudice romano al quale è capitato il caso di Pongo.

 

Sembra che i fatti si siano svolti nella corte di un palazzo romano, forse una disputa tra condomini all’origine del fattaccio. E’ l’ottobre del 2009, il gatto Pongo, di proprietà di una coppia di inquilini del palazzo dalle parti di Val Melania, scompare da un giorno all’altro. La dirimpettaia Maria, nome di fantasia, si era lamentata con i proprietari del felino, secondo lei dava fastidio nel cortile. Dopo pochi giorni, con una telefonata la signora Maria comunicava ai proprietari di Pongo che il gatto era stato portato da lei da un vetrinario, sebbene il gatto godesse di ottima salute.

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Naturalmente la coppia rivendicava la proprietà di Pongo e Maria, con una faccia di bronzo chiedeva da parte sua il rimborso delle spese mediche che, sempre secondo lei, avrebbe pagato di tasca sua. Parte la denuncia dei coniugi contro la condomina intraprendente, ne segue l’indagine, il processo e infine l’assoluzione perché: «Per particolare tenuità del fatto». Richiamando il decreto legislativo del marzo del 2015. Cioè, rubare un gatto non è reato perché ha scarso valore.

Condividiamo questa singolare vicenda, nonostante la fatica per ottenere leggi a protezione degli animali, questo è proprio il detto dei vecchi.- fatta la legge trovato l’inganno!-

fonte:http://www.ilgiornale.it/

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