Sopprime il suo cane da solo in un modo terribile perché non aveva i soldi per l’eutanasia

Vogliamo raccontarvi questo triste caso per invitarvi a riflettere su alcune cose che, secondo noi, sono profondamente sbagliate e andrebbero cambiate. Cominciando dalle leggi che non tutelano per nulla gli animali e non puniscono adeguatamente quelli che li maltrattano e continuando con la mentalità di molti che si considerano superiori alle altre specie.

Per alcune persone gli animali non hanno un anima e non considerano necessario trattarli con rispetto. Poi ci sarebbe da cambiare qualcosa anche nella mentalità di alcuni veterinari, pochi fortunatamente, che vedono nel loro mestiere un modo per fare soldi e non un modo per salvare vite. Fare il medico deve essere una missione e non un mestiere (vale sia per chi cura gli umani sia per chi cura gli animali).

Quello che stiamo per raccontarvi è accaduto a Cesano Boscone. Un pregiudicato di 43 anni è stato denunciato alle forze dell’ordine dalla sua stessa moglie per aver tolto la vita alla sua cagnolina, tagliandole la testa. La cagnolina di nome Maya era anziana e malata e soffriva molto. Probabilmente le rimanevano pochi giorni di vita e la moglie ha deciso di andare da un veterinario e chiedergli di fare l’eutanasia. Il professionista ha acconsentito e le ha comunicato il prezzo.

Tornata a casa la donna ha detto al marito quanto dovevano pagare per mettere fine alle sofferenze di Maya. L’uomo si è rifiutato d spendere quei soldi e ha deciso di provvedere da solo. Ha preso un coltello da cucina e le ha tolto la vita. Ha caricato il corpo nel bagagliaio della macchina ma ha conservato la testa che aveva il microchip. Sapendo a cosa andava incontro se veniva scoperto, ha cercato di recuperare il dispositivo. Vedendo quello che aveva fatto il marito, la moglie non ci ha pensato due volte e ha chiamato le forze dell’ordine. Al loro arrivo l’uomo visibilmente ubriaco non ha opposto resistenza all’arresto.

Le associazioni animaliste hanno condannato questo gravissimo episodio. Ermanno Giudici, il responsabile milanese dell’ENPA (l’Ente nazionale protezione animali) ha detto che

“al di là della pena che verrà comminata all’autore (…) spero che quell’uomo venga sorvegliato affinché non riesca più a entrare in contatto con altri animali” aggiungendo che “l’ENPA si costituirà parte civile al processo”.

Un’altra riflessione che dobbiamo fare è il fatto che per chi deve fare una scelta drammatica come quella di sopprimere il proprio animale domestico, i costi sono abbastanza alti: parliamo di circa 100 euro, tra la tassa per la cremazione, il farmaco usato per l’iniezione letale e il certificato di morte… Forse anche il veterinario, in questo caso, dovrebbe farsi un esame di coscienza?

Articoli correlati