Sono passati 2 anni da quando Excalibur, il cane dell’infermiera malata di Ebola, è stato soppresso dalle istituzioni spagnole. Il marito di Teresa gli scrive una lettera commovente

Due anni fa il Ministero della Salute della Comunità di Madrid informava la popolazione di aver fatto l’eutanasia a Excalibur, il cane di Teresa Romero, l’infermiera infetta con il virus dell’ebola. La notizia aveva scatenato l’indignazione degli animalisti e numerose proteste. Tutti chiedevano a gran voce di mettere Excalibur in isolamento per verificare se fosse stato effettivamente contagiato dal virus.

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Purtroppo nessuno è riuscito a fermare il braccio lungo della legge che è tanto veloce a togliere la vita un animale innocente e ingiustificatamente lento quando si tratta di criminali o delinquenti di ogni genere.

Ma, anche se da allora sono passati due anni, nessuno in Spagna ha dimenticato Excalibur e le associazioni di animalisti hanno voluto ricordarlo con una lettera commuovente, scritta dal marito di Teresa e che dovrebbe ricordare a chi ha firmato la sua condanna a morte dell’ingiustizia fatta, sperando che le loro coscienze si risveglino.

“EXCALIBUR, ovunque tu sia devi sapere che sei sempre nei nostri cuori.

Persone cattive e insensibili ti hanno tolto la vita. Abbiamo fatto tutto il possibile e di più per salvarti ma abbiamo fallito.

Mentre scrivo questa lettera non riesco a smettere di piangere ma io sono molto orgoglioso di te perché sei stato un esempio per il mondo intero e non sarai dimenticato tanto facilmente.

Ora, ovunque ci si trovi, devi dare forza alla tua mammina per riuscire a continuare a vivere senza di te, così come mi hai dato la forza a me per non crollare e continuare a combattere.

Anche se non sei più con noi, ti prometto che giustizia sarà fatta.”

Il dolore che possiamo percepire leggendo le parole di quest’uomo ci fanno capire quanto è stata grande l’ingiustizia fatta dalle istituzioni a questa famiglia e al loro cane Excalibur. Niente e nessuno potrà mai ripagare loro per le sofferenze subite!”

Fonte: schnauzi.com

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