Non è un sogno… perché Sogno è il nome del primo cane che entra in Parlamento

Troppo spesso maltrattati, abbandonati, lasciati al loro destino e ignorati, la situazione degli animali sul territorio italiano non è delle migliori. Spesso sentiamo notizie dall’estero che raccontano il terribile festival di Yulin o quello che succede nelle perreras spagnole e ci indigniamo e giudichiamo, il più delle volte sui social. Il nostro impegno concreto per aiutare questi animali sfortunati purtroppo, si riduce alle condivisioni sui social (che sono utilissime ma non sufficienti) e ai commenti al veleno.

Ma voler far qualcosa per questi animali non può fermarsi a questo. Bisogna darci da fare su vari fronti. Uno dei modi migliori che abbiamo per dare loro una mano è diventando la loro voce. Dobbiamo urlare le ingiustizie, aiutarli a trovare una casa, sostenere economicamente le persone che spendono il loro tempo per fare del bene a questi animali e far conoscere le loro storie.

Ma da qualche parte bisogna pur cominciare e a farlo ci ha pensato lʼonorevole Michela Vittoria Brambilla, che ha portato in Parlamento il suo amato meticcio, Sogno, trasformandolo così in un simbolo. Sì, perché il cane non si trovava lì per caso. Era venuto per protestare contro la riforma costituzionale che non tiene conto dei nostri amici a 4 zampe.

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@TGCOM24

Sogno di nome e di fatto perché lui, un meticcio che Michela ha salvato da una triste vita in canile, ha portato in parlamento un sogno: rispetto e diritti per tutti gli animali. Speriamo che la presenza di questo dolcissimo cagnolino in Parlamento sia di buon augurio per la sorte di tutti gli altri animali.

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Lui rappresentava anche quel 43% di famiglie italiane che hanno la fortuna di ospitare nella loro casa un animale da compagnia ed è a nome di queste famiglie che Sogno si è presentato in Parlamento: per chiedere maggiore tutela per i nostri animali domestici. Con la sua presenza Sogno ha voluto sottolineare l’inversione di marcia che sta facendo il governo, per quello che riguarda i diritti degli animali: abolendo il corpo forestale, depotenziando la biodiversità e depenalizzando alcuni reati contro gli animali.

Fonte: tgcom24.mediaset.it

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