“Chi se ne frega della tapparella, a lui gli è rimasto solo il cane“. Il racconto commovente di un piccolo gesto di un uomo con un grande cuore
Stavolta non ci sono nomi e non ci sono foto. Non conosciamo i protagonisti e nemmeno la loro età. Non sappiamo da dove vengono e nemmeno dove sono andati. Ma vogliamo ugualmente condividere con voi un frammento di vita, un attimo che dimostra che l’umanità esiste ancora e che sono le piccole cose che contano nella vita.
Abbiamo visto come in pochi minuti la vita delle persone può cambiare in modo drammatico. Noi passiamo la nostra intera esistenza a costruire case e a rincorrere i nostri sogni. E il destino, con un solo colpo, riesce a buttare tutto giù.
Era già successo in passato, è successo ad Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto e in tutte le altre città e paesi colpiti dal terremoto del 24 agosto e, purtroppo, tutti sappiamo che succederà ancora. In quella notte alcuni hanno perso la vita mentre altri hanno perso tutto: casa, affetti, certezze… Un destino spietato ha tolto loro tutto quello che avevano.
Siamo nella mattinata del 29 agosto nell’ospedale Camillo de Lellis di Rieti. Nel Pronto Soccorso ci sono tanti feriti arrivati dalle zone terremotate. C’erano tanti volti ricoperti di polvere, occhi spaventati e lacrime… ma c’era anche tanta umanità.
Chi era lì racconta di aver visto un’infermiera che cercava di regalare la tranquillità a dei bimbi spaventati facendoli giocare con un trenino, un chirurgo con le lacrime agli occhi in un angolo disperato per non aver potuto fare di più per un ferito, un portantino che ha regalato 10 euro a un uomo anziano che si stava preoccupando di essere scapato di casa senza prendere i soldi con se. C’era uno studente che ha aspettato ore in fila per donare il suo sangue e poi c’era lui, il nostro sconosciuto protagonista.
Un operaio che doveva montare le tapparelle ma che, di fronte a un bambino su una barella con un cane in braccio si commuove. Il bimbo ha perso tutto nel terremoto. Gli è rimasto solo il cane. L’unico amico, l’unica certezza. L’hanno fatto entrare nel pronto soccorso insieme a lui ma il cagnolino è terrorizzato e il bimbo ha paura che potrebbe scappare. Non vuole perdere anche lui.
E allora che si fa? L’operaio prende la tronchesina e taglia la corda delle tapparelle, trasformandola in un guinzaglio per il cagnolino. Lo fa senza pensare, con una lacrima negli occhi e mormorando:
“Chi se ne frega della tapparella, a lui gli è rimasto solo il cane“.
Ecco, questa è la nostra storia… non ha volti e non ha nomi… ma ha tanta umanità. Sono queste le persone che vorremo avere nella nostra vita… e, se vi siete commossi, condividete per far conoscere a tutti questa storia.