Mettono un cane nella sua cella e il detenuto fa una cosa che nessuno si aspettava

C’è un detto che mi è sempre piaciuto. Dice che fino a quando non hai amato un animale, una parte della tua anima rimane addormentata. Verissimo… e chi conosce gli animali concorda pienamente. I volontari che ogni giorno dedicano le loro vite a salvare animali sfortunati hanno perennemente bisogno di cibo, di un posto dove tenerli e di persone che facciamo loro compagnia.

E a qualcuno è venuta un’idea geniale. Portare questi cani in prigione. Potrebbe sembrare una pessima idea ma se ci ragioniamo sopra non lo è. Bisogna dire che si tratta di prigioni che ospitano detenuti condannati per pene minori come i reati contro i patrimonio o piccole truffe. Queste persone non sono pericolose per la società e non costituiscono un pericolo nemmeno per i cani. Molti di loro hanno fatto dei sbagli ma stanno pagando per quello che hanno fatto.

I cani, invece, sono quelli salvati dal miglio verde… sono i cosiddetti “non adottabili”, condannati ad essere sottoposti a eutanasia per mancanza di spazio nei rifuggi. I volontari pensano che questi cani potrebbero diventare una specie di linea della vita, vero ossigeno per questi detenuti.

Tutti hanno bisogno di un amico… e, mettendogli insieme, si crea un legame speciale. I cani arrivano insieme ai volontari all’interno delle prigioni e vengono sistemati nelle celle dei detenuti. Durante le ore in cui i detenuti devono lasciare la cella i cani rimangono in gabbia ma bisogna ricordarsi che nei rifuggi da dove provengono loro non avevano alternative migliori e il loro destino era segnato.

I detenuti fanno dei corsi con dei professionisti che spiegano loro come comportarsi con i cani, come accudirli, nutrirli e come relazionarsi con loro. Uno dei detenuti racconta che lui è entrato in prigione tanti anni prima e che i suoi figli sono adolescenti… e questo ci fa capire quanto bisogno di compagnia hanno queste persone e come questi cani possono aiutarli.

Un’iniziativa lodevole che potremo copiare anche qui in Italia.

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