Marshall, la multinazionale che allevava cani per la sperimentazione sugli animali va via dall’Italia. Per loro la legislazione nel nostro paese è troppo restrittiva

Roma, 23 novembre 2016 – La legge è “troppo restrittiva” e la multinazionale che allevava i beagle per la sperimentazione batte in ritirata.

Noi ce la ricordiamo perché qualche anno fa gli animalisti riuscirono a introdursi nel canile lager di Green Hill e salvare tantissimi beagle allevati per finire nei laboratori sacrificati nel nome della scienza.

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I 5 capannoni di Montichiari che ospitavano l’allevamento furono chiusi nell’estate del 2012 dalla magistratura. Adesso la multinazionale ha deciso di mettere in vendita quei capannoni. La motivazione? “Il recepimento restrittivo da parte dell’Italia della direttiva europea sulla sperimentazione animale” . I vertici della Marshall hanno fatto sapere che per l’azienda è stata “una decisione sofferta”. E noi vorremo aggiungere… mai quanto quello che hanno sofferto quei poveri cani destinati a morire sui tavoli dei laboratori.

Ma la vicenda non si è ancora conclusa. A febbraio de 2016 la corte d’appello di Brescia ha confermato le pene inflitte per animalicidio e maltrattamenti all’amministratrice di Green Hill, Ghislaine Rondot e al veterinario della struttura, Renzo Graziosi (1 anno e 6 mesi) e al direttore Roberto Bravi (1 anno). Manca però il processo in Cassazione.

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La multinazionale ha dichiarato che i processi che ha subito sono stati “fortemente influenzati da una campagna ingiustamente accanita” 

Marshall ha anche sottolineato un “paradosso” italiano. In Italia, infatti, la legge proibisce l’allevamento degli animali da usare nella sperimentazione animale ma impone il loro utilizzo per testare i farmaci prima di commercializzarli. Ecco perché la Marshall accusa il nostro paese di ipocrisia. Infatti, l’Italia dovrà, da adesso in poi, importare gli animali per i test in laboratorio, pagandoli a un prezzo maggiore e sottoponendoli a trasporti sfiancanti.

La Marshall contesta il decreto legislativo 26/2014 che regola l’utilizzo degli animali per scopi scientifici tenendo conto della direttiva europea 2010/63.

Gli animalisti, invece, gioiscono per questa notizia e dichiarano di voler continuare la battaglia per riuscire a vietare completamente la sperimentazione sugli animali in Italia. Solo così potremo considerarci un paese davvero civile.

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