L’aveva abbandonato appena nato. Dopo 10 anni il suo gesto stava per costargli la vita

Vi raccontiamo una storia che ci ha lasciato perplessi. Io ho sempre pensato che il detto “fai del bene e scordalo, fai del male e pensaci” è uno dei più belli ma non credevo che si avvera così spesso. Non bisogna essere credenti per capire che c’è una regola non scritta, un equilibrio naturale che impone al destino di ripagare con il bene quelle persone che si adoperano per gli altri e punire quelli che fanno del male.

E quando parliamo di punizioni non ci riferiamo solo a quelle fisiche: a volte una parola o un gesto possono fare più male di un dolore fisico. Le sberle morali fanno sicuramente più male. Ed è proprio questo che è successo a un sessantenne del Brasile che ha imparato sulla sua pelle una lezione importante: rispettare sempre la vita, animale o umana che sia!

Ma cominciamo dall’inizio. Juan Carlos aveva 50 anni quando gli amici decisero di organizzarle una festa. La sua compagna di allora che amava molto gli animali decise di approfittare dell’occasione per regalarli un cane: un pitbull dolcissimo di 3 mesi che chiamarono Jack. Ma pochi mesi dopo Juan Carlos e la compagna si separarono e lui si rifiutò di darle il cane che lei amava tanto, anche perché aveva in mente un piano diabolico.

Prese il cane, lo caricò in macchina e lo lascio lontano da casa, dopo aver guidato per sei ore. Disse alla compagna di averlo soppresso per punirla e lei si sentii male. Lo denunciò ma non trovando il corpo del cane le autorità non potettero fare nulla, anche perché l’uomo disse in tribunale che il cane era scappato e che lui aveva mentito alla compagna per ferirla.

Passarono gli anni. L’uomo, ormai sessantenne, viveva solo nella sua casa di San Paolo. Un giorno, sentii qualcuno che guaiva e graffiava la sua porta. Aprii e vide un cane magro, sporco e pieno di ferite. Lo fece entrare pensando che assomigliasse tanto a Jack. “Ma non può essere lui”, pensò Juan Carlos. Negli anni si era pentito per quello che aveva fatto ma il suo pentimento era arrivato tardi. Del cane non c’era più traccia. Decise di tenere il cane che il destino aveva portato sulla sua strada.

Passò un mese e, una mattina, Juan Carlos si sentii male. Non poteva muoversi, non si sentiva più le gambe e sudava freddo. Il cane abbaiava impazzito e correva per casa senza fermarsi. A un certo punto saltò dalla finestra della sua casa e andò dal vicino, continuando ad abbaiare. Fortunatamente il vicino decise di seguirlo e di entrare dalla finestra. Chiamò subito i soccorsi e così Juan Carlos si salvò. Aveva avuto un ictus e sarebbe morto se il cane non avesse avvertito il vicino.

L’uomo capii che quel cane era Jack e che, nonostante quello che lui gli aveva fatto 10 anni prima il cane era tornato per salvarlo. E quella fu per lui la peggiore punizione che la vita poteva dargli!

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