La randagia partorisce nel suo cortile e la donna dimostra tutta la sua cattiveria. La gente del posto vede tutto e la ripaga con la stessa moneta.

Abbiamo sempre più dimostrazione di come l’India, nonostante tante difficoltà, ha un amore esagerato per i cani.

Il randagismo è purtroppo un fenomeno diffuso in tutto il mondo e l’India non ne è esonerata. Lì molte persone accudiscono i cani che sono in libertà, danno cibo e procurano un riparo di fortuna. Insomma vengono rispettati, spesso vi abbiamo raccontato anche interventi delle associazioni che operano sul posto.

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Questa volta la storia è diversa, più dura sicuramente ma. Una cagnolina randagia ha partorito i suoi cuccioli nel cortile di una casa. Forse avrà cercato un posto migliore ma a lei poverina quello sarà sembrato sicuro per dare alla luce i suoi piccoli.

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La proprietaria della casa ha ritenuto così fastidiosa la presenza della cucciolata che ha pensato di fare una cosa terribile. Ha preso una busta e c’ha messo i cuccioli dentro, il tutto davanti alla mamma. L’ha lanciata talmente forte che i cuccioli sono morti.

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Alcune persone sono intervenute subito, hanno chiamato anche le forze dell’ordine.

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La povera mamma era disperata, leccava i suoi bambini mentre la folla si è scagliata contro la malvagia donna. L’intervento della polizia l’ha salvata dal linciaggio ma è stata arrestata. Dichiarerà dopo che, secondo lei, questo gesto era necessario per far desistere la randagia dal riprodursi di nuovo.

Eccola qua nella foto la signora del fattaccio. Ha trovato la soluzione per combattere il randagismo nel suo paese!!! La cagnolina nei giorni seguenti è rimasta sul posto cercando di trovare i suoi piccoli da accudire. Successivamente è stata affidata alle cure amorevoli di una associazione del posto che provvederà a trovare una sistemazione. La donna è uscita su cauzione ma rischi 5 anni di carcere. Non ha vita facile adesso che vive in mezzo a gente che gli animali li ama.

Condividete questa triste storia, chi fa del male deve sapere che il conto si paga.

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