La piccola iena è stata trovata incatenata in condizioni disperate. I veterinari non avevano mai visto niente di simile, era in fin di vita, ma non doveva andare così.

I veterinari sono abituati a lavorare soprattutto con i cuccioli di cane e gatto ed a combattere semplici infezioni.

Tuttavia anche gli animali selvatici come i lupi, gli orsi e le aquile hanno a volte bisogno di cure. E anche se non sono pazienti tipici, i veterinari esperti non hanno alcun problema a trattarli. Dopotutto, un animale malato è un animale malato.

Una squadra di veterinari israeliana ha sicuramente subito uno shock quando un ufficiale del dipartimento dei parchi bussò alla loro porta e lasciò un animale piuttosto insolito e pericoloso. Il team era nervoso, ma sapevano che dovevano fare la cosa giusta…

Durante una ronda, i soldati israeliani notarono una scena piuttosto insolita: due persone che camminavano con una iena a strisce.  Gli ufficiali non si avvicinarono subito alla coppia, le iene sono creature selvagge e pericolose. Ma hanno capito che qualcosa non andava ed hanno deciso di andare..

Una volta che erano abbastanza vicini alla coppia verificarno che l’animale era in gravi condizioni, era tenuto con catene di metallo ed era chiaramente sofferente.

 La iena era inoltre affamata e denutrita. Non aveva nemmeno la forza di reggersi in piedi.

I soldati hanno avvisato “l’autorità israeliana della natura e dei parchi”, che ha rapidamente mandato un veterinario sul posto. Il veterinario è riuscito a stabilizzare la condizione di iena

La iena è stata rapidamente sedata in modo da alleviare il suo dolore, sarebbe stato anche più facile poi somministrarle le cure. Dopodichè è stata trasferita in un ospedale d’urgenza.

I veterinari hanno continuato a cercare di stabilizzare la condizione della povera iena mentre eseguivano test multipli per scoprire l’intera portata delle sue lesioni. Mentre potevano identificare tutte le lesioni esterne da un esame rapido, non avevano idea di cosa stesse accadendo all’interno della povera creatura

Non avevano alcuna prova concreta delle causa dei lividi, ma sospettavano che la iena fosse stata picchiata e abusata da chi l’aveva catturata.

 

Aveva anche diversi denti rotti. Alcuni dei suoi denti erano perfino suddivisi fino alla radice.

Infine, i raggi X mostravano ampie ossa rotte in tutto il corpo.

 

La peggiore delle sue ferite era ad una gamba anteriore. Il veterinario che l’ha curato ha detto che la rottura sembrava causata da una grossa trappola. Avrebbe senso, visto che è probabilmente il modo più semplice per poter catturare una iena.

 

L’animale era molto disidratato. Il team ospedaliero gli ha fornito velocemente cibo ed acqua attraverso delle flebo.

I veterinari la chiamarono Amos, e diventò presto una dei loro animali preferiti.

La squadra ha lavorato rapidamente per trattare le lesioni di Amos al meglio della loro capacità.Non potevano fare a meno di essere sopraffatti da questo bellissimo esemplare. Era veramente speciale!

Quando si svegliò, Amos era in stato di shock e si rifiutò di mangiare cibo per diversi giorni.

Piano piano però Amos riprese a mangiare regolarmente, era chiaro che stava guarendo e sarebbe potuto tornare a casa al più presto.

Il team prima di lasciarla andare si volle assicurare che le ferite si fossero rimarginate. Erano determinati a dargli la possibilità di una nuova vita.

Dopo più di un mese di cure, Amos era finalmente pronta per essere rilasciata in natura. Guardando la foto qui sotto, è quasi impossibile credere che questa fosse la stessa iena di qualche giorno prima!

Una volta che erano sicuri che Amos fosse completamente sedata, i veterinari entrarono nella sua gabbia per fargli un ultimo esame fisico. Erano conviti che fosse il momento di lasciarla andare, ma ebbero un ultima idea prima!

 

Installarono ad Amos un microchip, poco invasivo e per niente ingrombrante.

Il microchip sarebbe servito per rintracciare la sua posizione una volta liberata. Se qualcosa fosse andato storto sapevano dove recuperare Amos.

Dopo un lungo percorso finalmente era giunto il momento di rilasciare Amos. Una volta arrivati a destinazioni i medici apriorno la gabbia ma.. inizilamente Amos si rifiutò di partire.

Ci sono voluti un po’ di convincenti, ma alla fine ha cominciato a correre. Sembrava riluttante, ma allo stesso tempo curiosa..

 

Prima di andare Amos si è voltata indietro come per ringraziare i suoi soccorritori. E tutta la squadra non ha potuto fare a meno di sentire la sua gratitudine.

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