La macchina viaggiava a 110 km orari sull’autostrada e sopra aveva agganciata una gabbia. Quando ci siamo avvicinati sono riuscita a vedere quello che c’era dentro quella gabbia e sono

Questo video ha infiammato tanti animi in tutto il mondo perché, come vedete, si può vedere una macchina che ha una gabbia attaccata sopra il tettuccio. Ma la cosa peggiore è che si tratta di un video girato in autostrada e quella macchina camminava a 110 km orari e il povero veniva sballottato da una parte e dell’altra della gabbia.

Immaginatevi la sua paura, il dolore per colpa dei colpi, la fatica a respirare, visto l’aria che gli arrivava con forza sul muso… il viaggio deve essere stato terribile per quel povero animale.

 

Chi viaggiava dietro a quella macchina ha provato inutilmente a far fermare quella macchina, ma non è riuscito. Margie Popovic, la donna che filmava ha deciso di mandare il video alla pagina Facebook Australian Dashcam and CCTV Footage, per far vedere a tutti quello che i proprietari della macchina, una Toyota Prado color argento hanno fatto a quel povero animale.

La macchina viaggiava verso sud sull’autostrada Bruce Highway in Queensland. La donna ha aggiunto di non avere la minima idea da quanto tempo il cane viaggiasse in quelle condizioni ma di essere riuscita a seguire la macchina per 90 minuti. Ci sono delle foto che fanno vedere chiaramente come la parte inferiore della gabbia viene alzata dall’aria e spinge il cucciolo contro le sbarre.

Chi ha visto il video si è giustamente scandalizzato… la preoccupazione di tutti per il benessere del cane era più che giustificata. C’è chi ha detto di essere preoccupato per le sue orecchie e per i suoi occhi… ipotizzando che alla fine di quel viaggio infernale il povero cucciolo si sia ritrovato sordo e cieco…

Gli agenti della RSPCA Queensland sono a conoscenza dello spiacevole fatto e sono alla ricerca dei proprietari della Toyota. Se verranno trovati (e verranno trovati sicuramente grazie al numero di targa, saranno accusati di maltrattamenti sugli animali e dovranno rispondere davanti a un giudice.

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