DOSSIER RANDAGISMO CANI E GATTI 2016 : dai volontari ai canili lager, cosa sta cambiando nel nostro paese…

Poter reperire dati certi è veramente difficile. Sembra di entrare in un territorio minato. Si confrontano i dati forniti dalle Regioni e Province Autonome , riferiti agli anni 2014 e 2015, paragonandoli con quelli relativi al 2006 – diffusi dal Ministero della Salute nel 2008.  Il randagismo è un fenomeno elevato, nel nostro paese. Non si sterilizza a sufficienza, non si accelera la possibilità di avere un’anagrafe canina ben funzionante.

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I dati riportano apparentemente un calo numerico : tra nord e sud rimane un divario esagerato che sembra impossibile gestire.

Aumentano i canili sanitari e quelli rifugio, anche se il lavoro delle volontarie nei canili è reso difficoltoso a causa delle leggi mancanti. Il loro operato viene spesso ostacolato dalla burocrazia. Denunciano giornalmente casi di negligenza e purtroppo di maltrattamenti, proprio dentro le strutture pagate dallo stato. Pensate che nel 2015 sono stati stanziati 118 milioni di euro per le cure, vaccini e assistenza varia per i cani randagi. Le adozioni hanno subito un leggero calo. Ma che nel nostro paese si riesce a far sparire i soldi destinati alle pubbliche strutture non è una novità!

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I gattili sono tremendamente pochi, non c’è paragone tra le necessità reali e le strutture esistenti. Sono 79 in tutto il territorio nazionale e le colonie feline presenti in Italia sono infinite. Le regioni che detengono questo negativo primato sono: Lombardia, Veneto,  Marche e Toscana. Se pensiamo che nel 2015 sono stati sterilizzati solo 26.044 cani e 50.513 gatti possiamo renderci conto di quanto poco è stato fatto.

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Le regioni con maggior numero di cani chiusi nei canili o spersi per il territorio sono: Sardegna, Puglia, Campania e Basilicata.

Ilaria Innocenti, Responsabile LAV area Animali Familiari e curatrice del dossier dichiara che – è fondamentale lavorare sulla prevenzione, incentivando sterilizzazioni, iscrizioni in anagrafe canina e identificazione obbligatoria per i gatti, e nella promozione delle adozioni consapevoli. Si potrà così ottemperare a un obbligo di legge, incrementando l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa”. 

Condividiamo per sensibilizzare le persone che non si rendono conto di quanto c’è ancora da fare.

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