“Io volevo solo aiutarli a sopravvivere… lasciavo sempre una ciotola di cibo per loro nel cortile… Non pensavo mi colpisse questa disgrazia! Aiutatemi a gridare la mia rabbia! È UN’INGIUSTIZIA!”

Questa vicenda sembra una bufala ma, di fatto, non lo è… e noi ve la vogliamo raccontare per aiutare quest’uomo a far sentire la sua voce! In più, quello che è successo a lui crea un pericoloso recedente giurisprudenziale che potrebbe far scoraggiare anche quelle poche persone che si adoperano per salvare i cani randagi.

Ma andiamo per gradi e cominciano a raccontarvi i fatti dall’inizio. Come ben sapete il sud dell’Italia non è famoso per le politiche a sostegno degli animali randagi… ma al contrario. Ma in questa vicenda le cose sono degenerate e hanno qualcosa di grottesco. Un abitante di Termini Imerese (Palermo) aveva deciso di aiutare alcuni randagi della zona. Non aveva molti mezzi a disposizione ma faceva quello che poteva per loro.

Randagismo Enpa Bosnia

I due cani venivano spesso a trovarlo a casa sua. Lui li faceva entrare, dava loro qualche avanzo di cibo e poi loro se ne andavano per la loro strada. L’uomo non li considerava i suoi, anche perché era cosciente di non potersene occupare di loro a 360 gradi. Ma una ciotola di cibo ce l’aveva sempre pronta per loro.

Un giorno, i due cani si trovavano dentro il cortile dell’uomo, a prendere la loro razione di cibo. Il cancello era aperto, come sempre. Un passante gli ha visti e si è spaventato ma l’uomo l’ha tranquillizzato dicendogli che i cani sono tranquilli e non mordono. Solo che non è andata così. Uno dei cani si è stranito e l’ha morso. L’uomo ha chiamato i vigili e ha sporto denuncia.

Davanti al giudice del Tribunale di Termini Imerese l’uomo ha provato a difendersi affermando che, essendo randagi, i cani erano sotto la responsabilità del comune di Palermo. Ma il giudice non gli ha dato ragione, condannandolo a pagare una multa di 200 euro.

L’uomo ha fatto ricorso in appello e poi ha impugnato la sentenza in Cassazione ma tutto è stato inutile. Il giudice ha confermato la sentenza iniziale secondo il principio di fondo che afferma che “la posizione di garanzia assunta dal detentore di un cane impone l’obbligo di controllare e di custodire l’animale adottando ogni cautela per evitare e prevenire le possibili aggressioni a terzi anche all’interno dell’abitazione”. 

Noi siamo indignati e vorremo sapere il vostro parere sulla vicenda.

Condividete il più possibile per far conoscere questa storia assurda e chiedere ai giudici di riconsiderare la loro posizione e al comune di Palermo di pagare la multa al posto di quel uomo che voleva fare solo del bene!

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