Bravo, il cane estratto dalle macerie che ha difeso fino alla fine la sua casa distrutta

La notte scorsa alle 3.36 la terra tremava in centro Italia. Vari paesi sono stati letteralmente rasi al suolo e ci sono cumuli di macerie dappertutto. I più colpiti sono Amatrice (Rieti) e la frazione di Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Le ultime notizie parlano di almeno 73 morti, centinaia di feriti, decine di dispersi e oltre 2.500 sfollati. Tra le vittime anche tanti animali.

Terremoto-AmatriceAmatrice, 24 agosto 2016 (AP Photo/Alessandra Tarantino)

E noi vorremo parlarvi di uno di loro, un cane di nome Bravo. Un destino, il suo, che si unisce a tutte quelle vite che nel cuore della notte si sono viste crollare addosso le case. Bravo viveva all’interno di una di queste case di Amatrice. I suoi umani sono rimasti bloccati all’interno della loro abitazione e i carabinieri sono dovuti intervenire per tirarli fuori.

Ma quando gli uomini dell’arma hanno provato ad entrare, Bravo ha cominciato a ringhiare. Voleva difendere quello che era rimasto della sua casa, voleva difendere i suoi umani feriti. Fortunatamente ha capito subito che quelle persone erano lì per aiutare e ha permesso loro di portare via le persone a lui più care. La loro casa, situata proprio al centro di Amatrice era distrutta e i militari l’hanno portato via con loro. Se ne occuperanno finché si saprà di più sullo stato di salute dei proprietari.

Foto: ilgiornale.it

Bravo è ferito alla zampa posteriore sinistra e cammina piano, rischiando, ad ogni passo, di cadere. Ma, nonostante tutto, non emette nessun suono, nessun lamento o gemito. Non piange di dolore. I suoi occhi sono tristi e guardano nel vuoto. Si guarda intorno e cerca i suoi amici umani. Un signore lo porta a guinzaglio e cerca di non farlo fermare. Un carabiniere si avvicina e li fa una carezza dicendogli “Forza Bravo, non mollare”.

Ha difeso la sua casa fino alla fine. L’ha fatto per fedeltà, per amore e per lealtà. Speriamo che si riprenderà e con lui anche i suoi proprietari. E speriamo che quest’incubo finisca il prima possibile e che questi paesi così duramente colpiti tornino a vivere serenamente.

Fonte: ilgiornale.it

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