Aoshima l’isola Giapponese con 20 Persone e 120 Gatti

Quella che vedete potrebbe essere una regolare “riunione di condominio” ad Aoshima, un’isola remota del sud del Giappone, situata a 13 km dalla costa di Ozu, nella Prefettura di Ehime. In questo fazzoletto di terra lungo 1,6 km il rapporto uomo-gatti è molto stretto, ma soprattutto è di 1:6. I felini censiti sono 120, gli abitanti appena una ventina – tutti pensionati ed ex pescatori, che passano buona parte del tempo a sfamare gli animali.

 

Aoshima era 380 anni fa un piccolo ma ben organizzato villaggio di pescatori, in cui furono introdotti i gatti per liberarsi dai topi che infestavano le barche in cerca di cibo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’isola – che qui vediamo in una foto panoramica – fu utilizzata per ospitare i rifugiati. In 900 si trasferirono in questo territorio insieme ai propri animali domestici.

Nel 1960 erano rimasti 655 persone, anche se il boom di nascite feline, raccontano i residenti, è avvenuto a partire da una decina di anni fa, quando la popolazione si è ridotta drasticamente, e la riproduzione dei gatti è proseguita in modo incontrollato.

Oggi i quadrupedi si aggirano indisturbati sull’isola, colonizzando ogni angolo e ogni anfratto e accontentandosi di quello che passa per il convento: patate, barrette energetiche e onigiri, polpette di riso e alghe (un tipico spuntino giapponese che i turisti portano nello zaino).

Non esattamente una dieta ricca e variegata, ma la libertà che si respira sull’isola farebbe invidia ai normali gatti domestici.

Ogni giorno l’isola è visitata dagli appassionati di gatti che dalla terraferma si recano ad Aoshima in traghetto per omaggiare i suoi residenti.

Per il resto l'”Isola dei gatti” – come è stata soprannominata – non offre molte attrazioni. Non ci sono negozi, bar, automobili o altre strutture attive: una desolazione che permette ai felini di scorrazzare liberamente in quello che è ormai diventato il loro territorio (quella da cui fa capolino questo gatto, un tempo era una scuola).

Raduno felino nel porto dell’isola, in attesa del prossimo carico di cibo (e dei suoi vettori bipedi).

Una foto veloce ai mici, prima di scendere dal traghetto.

 

L’infermiera (e veterinaria?) del villaggio si prende cura dei suoi abitanti.

 

Con una concorrenza così accanita, il cibo spetta a chi salta più in alto.

 

Ogni tanto si litiga per un boccone, ma tutto sommato la convivenza è pacifica.

 

Le case abbandonate offrono luoghi di ritrovo perfetti per le adunate feline.

FONTE: FOCUS.IT

 

 

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