Un povero gattino, viene trovato in condizioni terribili. Qualcuno pensa che sia meglio liberarlo dal dolore, qualcun’altro vuole tentare il tutto per tutto per salvarlo. Voi che cosa fareste in questo caso? Ecco la storia di Coco.

Non si sa esattamente cosa sia successo a questo povero micio che si chiama Coco. L’hanno portato d’urgenza in clinica e i veterinari hanno fatto i primi interventi necessari a evitare la morte dell’animale, ma sono tutti interventi temporanei.

Coco ha subito un trauma veramente grosso, sembra che sia stato aperto in due. Il povero gatto è in una condizione veramente drammatica e salvargli la vita riportandolo a uno stato di salute accettabile non è assolutamente una cosa facile, ma c’è chi vuole tentare il tutto per tutto e dare una seconda possibilità al povero Coco.

Non si conoscono le possibilità di riuscita dei vari interventi, sicuramente saranno tutti di entità molto elevata visto che dovranno ricostruire anche alcuni organi interni del povero gatto. Per ora, per affrontare le spese degli interventi, è stata lanciata anche una raccolta fondi.

Certo che sarebbe bello se esistesse un modo di creare un fondo per la tutela della salute degli animali abbandonati.

Ogni nazione potrebbe avere un tesoro formato dalle donazioni delle persone che vogliono il bene degli animali, cui potrebbero attingere i vari enti per salvare un animale abbandonato o maltrattato.

Il problema sarebbe trovare chi lo gestisce? Gli esseri umani, quando si trovano per le mani dei soldi, rischiano di diventare poco obiettivi e magari i soldi finirebbero ovunque tranne che per salvare animali. Forse dovremmo farlo gestire dagli animali stessi, ci sarebbero meno rischi!

Comunque sia speriamo tutti che Coco possa tornare in salute, anche se le sue condizioni sono veramente disastrose e le lesioni interne non lasciano grandi speranze. Salvare un animale non deve trasformarsi in un accanimento a scopo puramente sperimentale. Anche gli animali, come gli esseri umani, hanno diritto a una vita dignitosa e non è accettabile che una cura si trasformi in tortura per il solo gusto di dire ce l’abbiamo fatta. Sarà questo il caso? Voi che ne pensate?

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