Elefante assaggia finalmente la libertà dopo 46 anni di abusi e maltrattamenti (VIDEO)
Purtroppo in molte parti del mondo gli animali vengono sfruttati dall’uomo per compiere i propri scopi, costringendoli a una vita piena di abusi e maltrattamenti. Tra questi animali ci sono sicuramente gli elefanti, che grazie alla loro stazza possente e alla loro forza, vengono utilizzati per compiere lavori pesanti. Inoltre, sono animali estremamente intelligenti e con grandi doti apprensive, e per questo motivo vengono utilizzati anche per eseguire degli spettacoli per l’uomo. Fortunatamente alcuni di loro vengono salvati, come ad esempio Karma. Questo elefante ha vissuto per ben 46 anni, in India, sotto gli ordini e gli abusi da parte delle persone. Adesso ha potuto assaggiare finalmente la sua libertà, dato che è stato salvato da un associazione e messo al sicuro.
Karma è un povero elefante che per ben 46 anni ha dovuto eseguire gli ordini dei suoi proprietari, venendo usato come animali da baraccone e per compiere lavori forzati. Fortunatamente esistono molte associazioni che si battono per togliere dalle ingiustizie questi poveri animali, e Karma è stato finalmente salvato dalle grinfie di quelle persone cattive.
Finalmente in libertà
A salvarlo è stata l’associazione Wildlife SOS, che si è occupata in prima di persona di prelevare l’animale da quel luogo. Subito dopo averlo salvato, è stato portato subito dal veterinario, dove ha ricevuto le giuste cure e delle visite complete.
La scena del salvataggio è stata anche filmata e condivisa su Youtube, dove è diventata anche molto virale, totalizzando quasi 70.000 riproduzioni. Inoltre, il filmato ha ricevuto quasi 800 mi piace e moltissime condivisioni. Molti sono stati anche gli utenti che hanno voluto esprimere un proprio pensiero di conforto nei confronti del povero animale.
” Sono così grato che Karma sia finalmente al sicuro. Dio benedica tutti coloro che lo hanno reso possibile. Questo è uno dei santuari più meravigliosi che fa soccorsi e offre amore e cura a tutti coloro che finiscono lì, si può chiamare casa questo angolo di paradiso.”,
commenta un utente.
