“…la mia malattia peggiorò, la mia bocca aveva un bruttissimo odore e molti umani pensavano che fosse meglio per me smettere di soffrire. Muovevo la coda perché si rendessero conto che io non volevo morire, io volevo vivere!…” Grazie al suo coraggio nasce una fondazione in suo onore

Ciao, il mio nome è Rufo ma tutti mi chiamano Rufito, fino a poco fa ero solo un cucciolo, vorrei raccontarti la mia storia, un giorno potrebbe servirti. Ho visto uomini che avevano tutto ma si lamentavano ogni giorno, del traffico, del capo, della famiglia……

 

La verità è che non capirò mai i loro problemi, forse perché i miei erano molto diversi. Si, anche io avevo problemi e che problemi!!

Sono nato in un posto dove i miei padroncini erano brave persone, giocavano con me, mi davano da mangiare e un letto caldo dove dormire, era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Ma un giorno, cominciò il mio calvario, mi usci un piccolo foruncolo sulla lingua, poi un altro e un altro ancora e i miei padroncini li videro. Suppongo che mi diedero la colpa per quei brutti foruncoli perché mi buttarono fuori casa.

 

Non avevo più il mio letto, avevo freddo e fame e a peggiorare le cose c’erano i miei foruncoli che diventavano sempre più grandi. Avevo paura, diventarono cosi grandi che già non riuscivo più a mangiare ne a bere. Mi sentivo molto debole ma anche cosi, quando vedevo i miei padroncini muovevo la coda….

 

Volevo che mi perdonassero, che mi dessero un’altra opportunità che mi lasciassero entrare, solo volevo il loro perdono, ma questo non accadde mai.

Con il passare dei giorni la mia malattia peggiorò i foruncoli esplosero e la mia bocca aveva un bruttissimo odore. Le persone del quartiere mi colpivano per farmi allontanare, mi buttavano acqua e mi gridavano. Un giorno li senti dire che era meglio portarmi in qualche posto deserto ed uccidermi.

 

Nessuno mi voleva, a nessuno importava di me. Persino le persone buone pensavano che era meglio sacrificare la mia vita che lasciarmi soffrire cosi.

Allora io mi sforzavo perché si rendessero conto che no, io non volevo morire, io volevo vivere!! Per questo muovevo la mia coda con tutte le forze che mi rimanevano. Cercavo di mangiare, cercavo di giocare per dimostrare che anche se stavo male nessuno aveva il diritto di pensare che per me era meglio morire.

Un giorno arrivò della gente che non avevo mai visto, giocavano con me, mi davano da mangiare e tornai ad essere felice. Avevo di nuovo una casa, mi difendevano da quelli che non mi volevano. Mi portarono da un dottore che mi fece un trattamento per guarire, cercarono di salvarmi in tutti i modi.

Erano riusciti a mandare via quei brutti foruncoli e la mia bocca non aveva più quel brutto odore. Mi ero ripreso e il mio cuore era tornato a sorridere dalla felicità di avere una casa , una famiglia e di sapere che qualcuno mi amava. Sono stato felice per sei mesi.

Ma poi dovetti fare i conti con la realtà, quella che ogni giorno ci insegna che la vita passa in un attimo. Trovarono un altro foruncolo nella mia bocca ma questa volta era un tumore che aveva già infettato i miei organi, anche cosi io volevo lottare ma era già troppo tardi per me. Questi giorni di felicità avevano nascosto che dentro di me ero malato, che già non mi rimaneva più molto tempo da vivere.

Quando arrivò la mia ora, salutai orgoglioso i miei umani perché avevano lottato per me ed io avevo lottato con loro con tutte le mie forze, ma questo nemico era più forte e il 19 ottobre vinse la battaglia ed io mi spensi.

Scioccati da ciò che avevano vissuto con Rufo i suoi soccorritori nel 2011 hanno creato la Lifesaving Fondazione Rufo , che ha dedicato tutti i suoi sforzi per fornire servizi che aiutano a migliorare questo problema sociale (abbandono e il maltrattamento degli animali) che colpisce non solo gli animali, ma anche la sensibilità delle persone che li amano. 

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