Veterinaria si suicida perché costretta ad eutanasiare gli animali del rifugio dove lavorava. La sua morte non è stata invana. Grazie a lei oggi Taiwan dichiara illegale il sacrificio di animali.

L’eutanasia di animali nei rifugi è stata finalmente proibita in Taiwan, dopo quasi un anno da quando una veterinaria si tolse la vita dopo essere stata costretta ad applicare l’eutanasia ai cani randagi.

Senza capire la sua affermazione attraverso un messaggio, Jian Zhicheng, fu descritta come una “macellaia” e gli piovettero addosso innumerevoli messaggi di ripudio e minacce di centinaia di persone quando si seppe che lei stessa aveva messo a dormire più di 700 animali in 2 anni.

Jian morì a maggio dell’anno scorso, quando aveva 31 anni. Nonostante i suoi sforzi per salvare e dare una casa ai cani randagi, era costretta ad applicare l’eutanasia perché non c’era spazio sufficiente nel canile statale dove lavorava.
Lei rivelò il numero di cani sani che era stata costretta ad eutanasiare, nel canale di notizie, con lo scopo di mostrare la crudele realtà della quale nessuno parlava. Queste rivelazioni fecero in modo che molte organizzazioni per i diritti degli animali criticassero i loro colleghi veterinari generando ripudio in molte persone.

La dottoressa entrò in  una grave depressione dopo poco che entrò a lavorare nel rifugio, e cercò di andare avanti il meglio che poteva per due lunghi anni, ma quando era al peggio della sua depressione, entrò nel suo ufficio e guardò ognuno dei 700 registri di animali che lei era stata costretta ad uccidere in quei due anni, vide ogni volto e ricordò ognuno di loro.

In quel momento lei scrisse una lettera e preparò la siringa con l’eutanasia per iniettarsela, ma morì diverse ore dopo in agonia, perché negli umani, la sostanza impiega molto più tempo a fare effetto
Il divieto in Taiwan è entrato in vigore l’ultimo sabato, dopo aver dato tempo ai rifugi di prepararsi. La morte di Jian chiamò l’attenzione delle autorità per migliorare le condizioni degli animali e del personale dei rifugi.

Purtroppo, come succedeva in Taiwan e continua a succede in molti paesi del mondo, nei rifugi pubblici per animali, si permette loro di portare a termine veri stermini di animali quando stanno per restare senza spazio.

Dato che sono rifugi statali non possono rifiutarsi di accogliere animali abbandonati quando c’è più abbandono e con il fine di mantenerne basso il numero, li uccidono.

Jian Zhicheng, fu molto professionale, amava gli animali ma per un periodo si vide costretta a svolgere il lavoro più sporco della società e delle autorità, a causa del fatto che la maggior parte delle persone preferisce comprare anziché adottare e le autorità (appoggiati dagli interessi delle scuole veterinarie) si rifiutano di fare sterilizzazioni di massa. Alla fine la ragazza, semplicemente non ne poteva più.

“E’ impossibile che questo divieto non porti nessun problema” ha detto Wang Chung-shu vice presidente del dipartimento del controllo animali. Come se fare la cosa giusta fosse sempre facile. Lui dice che il divieto in Taiwan è stato “abbastanza idealizzato” perché il suicidio della veterinaria ha avuto un forte impatto nel settore.

Nonostante i problemi che insorgeranno, la decisione di Taiwan, se verrà sviluppata nel modo giusto è realmente un passo importante a favore della vita.

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