Un povero cagnolino era legato sul tetto di un furgone, insieme a valigie, pneumatici e materassi.

Avere un animale in casa significa dargli affetto, amore e una vita decente. Si suppone che i proprietari siano consapevole di avere una grande responsabilità nel prendersi cura di loro, garantire protezione, sicurezza e una vita felice.

Sfortunatamente in alcune parti del mondo, esistono animali domestici che vengono utilizzati come cibo. E’ molto difficile trovarsi nei panni di chi è testimone di tali atrocità, e non può fare altro che sentire una stretta al cuore, davanti all’impotenza e al dolore per la sofferenza di questi animali innocenti.

E’ quello che è successo a Surabhi Jaiswae, una fotografa di 27 anni, che ha impresso con la sua fotocamera, un povero cagnolino legato e messo sul tetto di un furgone. La fotografa si trovava in una caffetteria situata sulla strada tra Kohima e Dimapur, a Nagaland, a nord-est dell’India.

Lei era seduta bevendo un thè quando vide qualcosa muoversi nella parte superiore di un furgone. Osservò con attenzione e finalmente riuscì a capire che si trattava di un cane…Non poteva crederci!

Surabhi racconta che il triste cagnolino, aveva una corda che gli avvolgeva il musetto e il corpo legato al tetto dell’auto, insieme a valigie, pneumatici e materassi. Questo indifeso animale faceva parte dell’equipaggiamento.

Surabhi si avvicinò alla donna che si trovava dentro il furgone, e gli chiese che cosa stava facendo con il cane. La sua risposta si limitò a spiegare che era il suo cane. La fotografa, non riuscì a contenersi ed esclamò che non era modo di trattare il proprio cane.

“Sospettai che lo stavano considerando come carne per consumo umano, così chiesi direttamente se dovevano mangiarselo e lei disse di si”.

Surabhi entrò nel panico e affrontò il conducente. “Mi offrì di comprare il cane. Il conducente si avvicinò e gli pregai di vendermi il cane, ma loro rifiutarono. Semplicemente mi ignorarono. Chiamai aiuto, ma tutto fu inutile”.

Surabhi tornò alla caffetteria e il proprietario del locale le disse, che questo succedeva spesso. Confermò che in quel luogo molti mangiavano carne di cane.

La fotografa era devastata. Surabhi sentì un profondo dolore, non si era mai sentita così impotente, non c’era niente che potesse fare. Gli toccò solo guardare come si allontanavano con il cane legato al tettuccio.

Questa drammatica vicenda motivò Surabhi a investigare sul tema e cominciò a fotografare i cani tristemente preparati alla macellazione, per informare il mondo su ciò che accade. E’ diventata un membro dell’organizzazione senza fini di lucro, che difende i diritti degli animai in India. Qualche volta riescono ad intervenire per salvarli, ma i fondi non bastano ad ampliare il loro raggio d’azione.

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