“Ho preso io quella terribile decisione, lo vedevo soffrire ogni giorno di più.”

Militare e cane sono inseparabili: colleghi in ogni situazione e quando uno dei due muore, l’altro soffre eternamente.

Questa è la storia di Kyle Smith e il suo fido collega a quattro zampe, un pastore tedesco di undici anni, Bodza. Erano entrambi membri dell’aeronautica militare americana ed erano di stanza in Kirghizistan.

Bodza era un cane con un fiuto infallibile e il suo compito era quello di rilevare esplosivi: grazie al suo lavoro era riuscito a salvare molte vite in Iraq, Kirghizistan e Kuwait.

Kyle e Bodza erano insieme dal 2012 e, oltre alla collaborazione, era nata un’amicizia profonda e forte. Nel tempo libero giocavano insieme e si divertivano. Si divertiva ad abbaiare alla sua ombra e quando giocavano il soldato faceva le ombre sull’erba e il cane saltava e correva contento.

Smith ha sempre sostenuto che il pastore tedesco gli aveva insegnato molto sul lavoro che svolgevano: era lui che placava l’esuberanza del giovane soldato, era lui che gli insegnava ad avere pazienza.

Kyle racconta che Bodza era un cane dolcissimo e delicato, era sempre molto attento e si allertava immediatamente.

Quando Bodza arrivò alla pensione, il soldato non volle separarsi da lui e chiese subito di adottarlo. Il cane era ancora più felice e fedele, ogni sera accompagnava il suo amico a dormire e gli augurava la buona notte.

“L’ho portato a casa lo stesso giorno. Era ancora più fedele a casa, mi seguiva dappertutto. Metteva la testa sul letto e mi dava la buona notte, ogni notte “.

A un certo punto di questa felice convivenza, a Bodza, fu diagnosticata una mielopatia degenerativa:una terribile malattia che colpisce il midollo spinale.

Pian piano il cane ha iniziato a perdere forza e non riusciva più a controllare il suo corpo, inoltre, Bodza soffriva molto. Smith arrivò a prendere una decisione che nessun amante degli animali vorrebbe prendere: per il cane era arrivato il momento del riposo eterno.

Il soldato era distrutto dal dolore, arrivati nella clinica veterinaria, posò una coperta in terra e vi si adagiò insieme al suo amico: soldato e cane sempre uniti.

“Ho preso io quella terribile decisione, non sapevo se me lo sarei mai perdonato, ma lo vedevo soffrire ogni giorno di più. Mi sono sdraiato accanto a lui, singhiozzavo come un bambino. I sensi di colpa e l’angoscia mi stavano devastando poi all’improvviso, ha fatto un’ultimo gesto, qualcosa che mi ha dato un po’ di pace. Mi ha ‘bussato’ con la zampa, mi sono asciugato gli occhi e l’ho guardato, aveva un sorriso sul suo volto, mi è sembrato che voleva che vedessi che non stava più soffrendo. Si è addormentato con un espressione serena che non aveva più da molto tempo.”

Smith teneva vicino il suo Bodza per accompagnarlo negli ultimi momenti della sua vita. Il cane, stranamente, sembrava sereno. Nel momento in cui chiuse gli occhi, il soldato scoppiò in un pianto ancor più disperato e rivelatore del grande amore che lo univa al suo fedele compagno.

“Non ho mai dimenticato quanto fosse fedele. Era altruista, più di ogni essere umano che abbia mai incontrato. Ha fatto tanto per quasi nulla e lo ha fatto con un sorriso, mi manca ogni giorno “.

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