Mamma gatta porta il suo cucciolo in ospedale per fargli fare una visita

Una mamma farebbe di tutto per il suo bambino, non importa se animale o umano. Infatti l’istinto materno è una cosa che accomuna molto gli animali con le persone, in quanto anche gli animali diventano molto gelosi e protettivi nei confronti dei loro bambini. Hanno un istinto formidabile, capace di avvertire il malessere del proprio cucciolo anche solo annusandolo.

Nell’ospedale di Istanbul, in Turchia, una mamma gatta è entrata all’interno dell’ospedale per far controllare il suo gattino dai medici.

Per i primi mesi dalla nascita, i gatti sono molto protettivi e premurosi nei confronti dei loro cuccioli. Infatti non lasciano avvicinare gli altri gatti a loro e tendono a isolarsi, così da mettersi al sicuro da eventuali pericoli.

Tuttavia, se avvertono che il proprio bambino sta male, farebbero di tutto pur di salvarlo. Nell’ospedale di Istanbul, in Turchia, una mamma gatta ha portato il suo bambino all’interno dell’ospedale, così che qualcuno potesse aiutare il suo piccolo, probabilmente con qualche malessere.

Una scena commovente

La scena è stata fotografata da Merve Ozcan, che si trovava al pronto soccorso per una visita, e ha immortalato questa gatta che si avvicinava al personale dell’ospedale per far prendere il proprio gattino. La mamma è rimasta per tutto il tempo sotto ai piedi dei dipendenti ospedalieri, mentre questi si occupavano di visitare il suo piccolino.

Le foto sono state pubblicate online e sono diventate subito virali, ricevendo molti complimenti rivolti allo staff dell’ospedale per il lavoro svolto.

Questo è un fatto inusuale per una mamma gatta, in quanto generalmente tendono a nascondersi con i propri bambini, anziché avvicinarli agli umani, per una questione di privacy e sicurezza.

Evidentemente aveva capito che qualcosa non andava nel suo cucciolo, così, con estrema dolcezza, lo ha portato in ospedale in cerca di aiuto.

Ancora una volta gli animali ci mostrano come non siano molto lontani dal nostro carattere.

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