Derisa della civiltà, madre orango chiusa in gabbia e punita per aver cercato di salvare il suo piccolo

Questa tristissima storia che mi accingo a raccontare, risale al 2010, ma è pervenuta da poco alle cronache. Certamente speravo di non dover mai raccontare e documentare episodi così poco edificanti nei confronti degli esseri umani. Tutto ha sempre una spiegazione, il business economico dell’uomo, per cui vale la pena di calpestare e soffocare qualsiasi altra forma di vita. Questo è quello che succede in Africa, dove la deforestazione intensiva, per far posto alle piantagioni di palme, ruba l’habitat naturale di molti animali tra i quali gli oranghi e altre specie di primati.

Gli oranghi vivono e si cibano dei frutti della foresta, questa mamma con il suo piccolino era alla disperata ricerca di cibo, e, naturalmente cercava anche riparo, quello che non aveva più,  avendo disboscato mezza foresta. Purtroppo ha fatto l’errore di avvicinarsi ad un villaggio abitato dalla specie più pericolosa del pianeta “quella umana”. Nonostante fosse debole ed indifesa, gli abitanti del villaggio le hanno lanciato addosso pietre, a mò di lapidazione sommaria, poi non contenti l’hanno colpita con i bastoni e rinchiusa in gabbia.

Un orangutan maschio attirato dalle grida della femmina ha cercato di soccorrerla ma è stato cacciato. Ferita e frastornata l’orango ha difeso e protetto il piccolo con il suo corpo ma vedendo questi strenui tentativi della madre, gli “umani”, hanno preso con la forza il cucciolo e poi hanno tentato di affogarla.

Tutto questo senza una spiegazione plausibile, tanta sofferenza arrecata a titolo puramente gratuito, inspiegabile, che anima nera bisogna avere per trattare così un altro essere vivente indifeso e che non stava facendo del male a nessuno?

Dopo il tentativo di annegamento,  l’orango riusciva a malapena a stare seduta nella gabbia,  ma,  avvolgeva comunque le sue braccia intorno al cucciolo, che intanto,  tentava di masticare le corde che tenevano legata la mamma. Per fortuna questa scena straziante è stata notata da un veterinario di Animal Rescue, che, ha prontamente liberato le bestiole.

L’orango mamma non ce l’ha fatta, ma il piccolo si, è stata chiamata Peni ed ha passato 4 anni nel centro di Animal Rescue per imparare a stare sugli alberi, dopodichè sarà rimessa in libertà, nel tentativo di poter vivere quella vita che è stata così duramente negata alla madre.

Dopo il tragico inizio della sua vita, ci auguriamo che Peni,  conduca  una vita felice cercando di stare il più lontano possibile dagli insediamenti umani.

Fonte: thedodo.com

Articoli correlati