Cucciolo di foca albina per il aspetto diverso, subisce il rifiuto delle altre foche (VIDEO)

A volte pensiamo che il rifiuto sociale sia una prerogativa della specie umana.

Nel mondo sono tantissimi i casi di discriminazione, legati ad una scelta religiosa, a determinate preferenze o semplicemente per il colore della pelle. Tuttavia poche persone sanno che situazioni del genere avvengono anche in natura.

Sono stati effettuati numerose analisi in merito e questo ha portato ad un risultato inaspettato: che anche in natura, certe creature vengono discriminate.

Uno di questi casi ha generato un particolare impatto sia nei media che nella comunità scientifica.

Nel mare di Okhotsk, in Russia, è nato un cucciolo di foca che mostra caratteristiche diverse da quelle dei suoi simili.

Questo piccolino è nato con una pelliccia fulva, le pinne rosate e gli occhi azzurri. Secondo gli specialisti casi simili sono molto rari e la percentuale è di 1 su 100.000.

Ciò che ha lasciato di stucco gli esperti non è stata tanto l’aspetto di questo piccolo esemplare “albino”, quanto il modo con cui gli altri membri del suo gruppo reagivano con lui.

L’animale infatti era escluso da qualsiasi gruppo si formasse all’interno del suo habitat naturale e la sola foca che sembrava volersi prendere cura di lui era la madre.

Altri animali del suo gruppo hanno tentato di aggredirlo e con grande probabilità, se la situazione dovesse persistere, sarà necessario allontanarlo da questo ambiente ostile.

A causa dei rifiuti dei suoi compagni, questo esemplare non avrà la possibilità di riprodursi, né potrà soddisfare i propri bisogni sociali, ed è quindi probabile che acquisisca dei comportamenti strani ed uno stato d’animo che potrebbe essergli fatale.

Attualmente il piccolo è sotto controllo da parte di alcuni specialisti, che in caso estremo non esiteranno a trasferirlo in un rifugio per salvarlo.

Tante persone sostengono che gli animali sono migliori delle persone perché non conoscono certe brutalità sociali, ma storie come questa ci fanno comprendere che è possibile scoprire atteggiamenti discriminatori anche dove meno ce lo aspettiamo.

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