Cagnolino viene abbandonato con un biglietto: ecco qual è il contenuto del messaggio

L’abbandono di animali domestici è un fenomeno in continua crescita e non sembra arrestarsi. Nella maggior parte dei casi, la soluzione scelta dai proprietari irresponsabili è la più drastica e crudele: lasciare in strada il proprio cane, affidandolo a un triste destino. Se quest’ultima rappresenta la modalità più comune, non mancano tuttavia esempi di maggiore sensibilità. Ad esempio, molte persone decidono di consegnare il proprio cane nelle mani dei volontari dei numerosi rifugi presenti in ogni territorio.

La vicenda che stiamo per raccontarvi è un caso di abbandono vissuto con dolore dai proprietari del cane, che tuttavia non hanno gestito la questione con pieno senso di responsabilità. Sicuramente, infatti, per molti umani separarsi dai propri compagni a quattro zampe può essere una scelta sofferta, dettata magari da motivazioni economiche o altre esigenze particolari. Lo dimostra il contenuto del biglietto con il quale questo cagnolino è stato lasciato in strada.

Non appena i membri dell’RSPCA nell’Oxfordshire hanno ricevuto la segnalazione relativa a questo esemplare si sono precipitati sul luogo. Il cagnolino si trovava all’interno di una gabbia rotta, che a quanto pare originariamente doveva contenere anche un altro cane, purtroppo fuggito. La gabbia, inoltre, conteneva un messaggio scritto a mano. Nel bigliettino si leggeva l’invito dei proprietari a prendersi cura di lui, dato che loro facevano fatica a provvedere alle sue cure.

In effetti il cagnolino, un esemplare maschio di razza Spaniel, aveva una malformazione alle zampe. E’ plausibile, quindi, che la sua famiglia umana non riuscisse a sostenere i costi delle visite dal veterinario e delle medicazioni. Dopo un breve periodo di recupero, il cagnolino ha cominciato a giocare e a divertirsi con i volontari dell’associazione. Questi, nel frattempo, stanno facendo di tutto per provare a contattare i suoi padroni e rintracciare le cause del loro gesto. Il fatto che fossero in difficoltà non giustifica, infatti, la scelta delle modalità dell’abbandono del piccolo.

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