Cagnolino cade in un fiume e ne esce paralizzato: affronta un calvario, senza un lieto fine

Preferiamo avvertirvi subito: recuperate un pacchetto di fazzoletti, a maggior ragione se siete dalla lacrima facile. La storia del cane Broddick vi commuoverà di certo: un eterno calvario, terminato nel modo in cui mai vorremmo. Spesso l’attaccamento alla vita dei cani permette loro di superare anche enormi ostacoli.

Nei momenti di difficoltà tirano fuori, infatti, delle risorse nascoste, colpendoci tutti, perché dimostra quanto sia importante la forza di volontà nella lotta per la vita. Ma, ahimè, non sempre un deciso istinto di sopravvivenza corrisponde a un lieto epilogo. Talvolta, gli ostacoli da superare si rivelano troppi e nemmeno l’intervento dell’uomo è in grado di scongiurare la triste sorte.

Cane malandato

Broddick era un randagio, costretto a cavarsela sempre da solo. Purtroppo, non era stato fortunato negli incontri con le persone e ciò aveva lasciato delle enormi ferite nel suo animo. Quando un brano di cani gli corse dietro per farne la loro preda, corse senza mai voltarsi indietro. Complici le condizioni scivolose del terreno, cadde in un fiume. La brutta caduta aveva lasciato degli evidenti segni, su collo, testa, orecchie e guance, gonfie e contuse. Inoltre, l’occhio sinistro aveva riportato dei gravi danni e non sembrava poterlo aprire a pieno. Le ore passarono senza che nessuno lo vide, o, quantomeno, decise di dargli una mano.

Cane col carrellino

Alle 6 del mattino una persona dal buon cuore lo recuperò ed ebbe subito l’idea di portarlo dal veterinario. Serviva un parere autorevole in materia per guarirlo. Già dal primo sguardo era evidente la gravità della situazione. Dopo dei controlli approfonditi, al cane venne diagnosticata un’ernia al disco, da cui l’intervento. Nei giorni successivi pareva dare dei segnali di miglioramento e sembrò felice nel momento in cui gli fu possibile muoversi con l’aiuto di un carrellino.

Cane mogio

Ad un certo punto, il quadro clinico precipitò: un tumore aveva aggredito la sua colonna vertebrale e fu letale. Gli antidolorifici non bastavano a dargli sollievo, finché i dottori dovettero non ebbero altra scelta, salvo che sopprimerlo: anche se rappresentava una magra consolazione, almeno avrebbe smesso di soffrire.

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